Visitare i carcerati
Rimanemmo tutti sorpresi quando Papa Francesco nel giovedì santo del 2013 andò nel carcere minorile di Casal del Marmo e nella messa “nella Cena del Signore”, lavò i piedi a 12 detenuti. Non è per nulla facile nutrire sentimenti di amore verso chi ha fatto del male. Il nostro senso di giustizia poi, raramente è appagato dagli anni di pena che vengono inflitti a chi è in carcere.
Ricordiamo che nel mondo sono tante le ragioni per cui si è in carcere: per avere trasgredito la legge, ma anche per motivi politici o religiosi, come Asia Bibi che è in carcere in Pakistan perché cristiana. Anche gli apostoli Pietro e Paolo finirono dentro per la loro fede.
La chiesa italiana in ogni istituto di detenzione assicura la presenza di un cappellano per la cura spirituale delle persone. E questo è un segno molto bello di vicinanza verso chi ha sbagliato. A dir la verità non ci pensiamo granché a chi è in carcere, forse perché siamo troppo sicuri di non incorrere in uno dei reati che la legge punisce con la pena detentiva. O forse perché vogliamo allontanare il pensiero dal lato oscuro di noi stessi.
Oltre a quella del carcere esistono altri tipi di prigionia. Ci sono tante persone recluse nelle proprie paure, depressioni, manie, blocchi nelle relazioni. Ci sono persone che sono prigioniere dei ritmi stressanti di vita e faticano anche ad avere “l’ora d’aria”.
Di fronte a tutto questo Gesù non ci dice di perderci in disquisizioni, in valutazioni inconcludenti sulla colpa e sulla pena, ma semplicemente di visitare, di essere presenti accanto a chi è in questa condizione. Perché l’amore misericordioso di Dio non gode nel perdere qualcuno, ma gioisce nel ritrovare fino all’ultimo dei figli.
Per vivere questa opera di misericordia:
se sei un giovane puoi partecipare all’animazione della messa nel carcere di S. Vittore (più avanti sarà indicata la data)
informati e partecipa a qualche campagna per la liberazione di chi è prigioniero per motivi politici o religiosi
visita una persona che vive reclusa in carcere o nei propri problemi
Don Massimo