La Parola ogni giorno: 8 Maggio

Venerdì della quarta settimana di Pasqua

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni (Gv 7, 25-31)

In quel tempo. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».

Commento

Gli abitanti di Gerusalemme stanno discutendo sulla veridicità di Gesù, sul suo essere il Messia, colui che viene da Dio. Molti non gli credono e lo identificano solo come colui che i capi stanno cercando, per ucciderlo: si fermano quindi all’apparenza, a ciò che dice la gente, a ciò che dicono le persone ritenute più sagge e che si basano sul concetto: il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia (era noto che Gesù proveniva da Nazaret). Anche davanti all’evidenza dei fatti, dopo i segni che Gesù aveva compiuto, si ostentano a non credere, a non apire gli occhi, ma soprattutto a non aprire il loro cuore.

Gesù risponde spiegando che, il luogo terreno da cui è provenuto è noto, ma non lo è la sua vera origine: lui viene dal Padre, che lui conosce perché è colui che lo ha mandato ed è veritiero, mentre gli altri interlocutori non lo conoscono. Sembra che con questa affermazione Gesù voglia mettere in dubbio la loro fede, come per fargli capire che ciò in cui credevano non era tutto, c’era molto di più, la fede era qualcosa di più profondo, che loro non avevano ancora raggiunto.

Infine ci sono altre persone che, grazie ai prodigi compiuti credono a Gesù. Questo brano di Vangelo, mi ha rimandato a ciò che dice Gesù all’apostolo Tommaso: “Tu hai visto e hai creduto, beati quelli che non hanno visto e crederanno”. È come se ancora una volta si volesse sottolineare la superficialità dell’uomo, la sua difficoltà a fidarsi dell’altro, la sua ostentazione al “se non vedo non credo”. Anche in questo brano le uniche persone che gli credono, che hanno finalmente aperto i loro occhi e il loro cuore sono quelli che hanno visto, che sanno di potergli credere solo perché ha dato le prove materiali e autentiche di essere il figlio di Dio; ha compiuto segni che nessun altro potrebbe compiere se non Cristo.