La Parola ogni giorno: 2 Maggio
Sabato della terza settimana di Pasqua
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,30-35)
In quel tempo. La folla disse al Signore Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Commento
In questo passaggio del Vangelo di Giovanni, Gesù risponde a una domanda ben precisa e l’esigenza di avere un segno per credere è una di quelle cose che l’uomo cerca da sempre quando si relaziona con Dio, «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?».
Fin dall’antichità l’uomo vede nella natura o nelle grandi opere dell’umanità dei segni divini per credere. L’uomo quindi ricerca tale segno nelle cose terrene («Diede loro da mangiare») cercando sempre qualcosa che si possa verificare e toccare con mano, mentre Gesù sottolinea che qualunque segno vero della presenza divina viene sempre e solo da Dio («è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero»).
Come il popolo d’Israele, citato dalla folla che seguiva Gesù, andava cercando la salvezza in un posto sicuro, così possiamo pensare alla nostra situazione e ci rendiamo conto che anche noi siamo sempre alla ricerca di un modo per trovare la serenità per vivere al meglio, spesso compiendo notevoli sforzi e con la stessa intensità dovremmo ricercare la presenza di Dio e in questo ci vengono in aiuto le parole successive di Gesù che approfondisce.
Gesù spiega la natura dei segni che l’uomo deve cercare («Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo») e suggerisce qual è la vera necessità dell’uomo («chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!»). Sempre Gesù ci ricorda che per trovare Dio, è sufficiente rivolgerci a Lui «Io sono il pane della vita»
Dio, infatti, non si limita a dare all’uomo il segno in cui credere, ma dona la vita stessa. Egli manda il Figlio suo per rispondere all’esigenza dell’uomo, Gesù è sia divino: fonte della vita; che umano: segno tangibile della vita.
Gesù è quindi il dono e il segno più importante di Dio per credere.