La Parola ogni giorno: 1 Maggio

Venerdì della terza settimana di Pasqua - Memoria di San Giuseppe lavoratore

✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 54-58)

Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Commento

Il Vangelo di oggi racconta la visita di Gesù a Nazareth, la sua comunità di origine.

Gesù ritorna verso la sua terra, verso la terra della sua gente. Si reca alla riunione della comunità e prende la parola: segno, questo, che le persone potevano partecipare ed esprimere la loro opinione.

La gente rimane ammirata, ma non riesce a comprendere l'atteggiamento di Gesù: “Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli?”
Gesù, che loro conoscevano fin da quando era bambino, ora lo trovano cambiato, diverso.
La gente di Nazareth rimane scandalizzata e non riesce ad accettarlo: “Non è forse lui il figlio del falegname?”

Come si vede, non tutto per Gesù fu positivo: le persone che avrebbero dovuto essere le prime ad accettare la Buona Notizia, sono le prime che la rifiutano.

Il conflitto non è solo con “chi viene da fuori”, ma anche con i parenti e con la gente di Nazareth. Loro non accettano la persona di Gesù: “Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?”

Non riescono a credere.

Gesù sa molto bene che “nessuno è profeta nella sua patria”. E dice: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. Infatti, dove non c'è accettazione né fede, la gente non può fare nulla. Gesù stesso, pur volendo, non può fare nulla. Rimane anch’egli stupito dinanzi alla loro mancanza di fede.

Pensando ai giorni nostri, possiamo vedere come tutto ciò sia ancora attuale, nelle nostre comunità, nelle nostre case.

Molte volte si ascolta chi viene da lontano. Si crede a ciò che si sente o si legge ma si fa fatica ad affidarci e fidarci delle parole di chi ci sta vicino.

In questo periodo di prova, possiamo quindi riflettere su questo punto importante nella nostra vita, come membri di una famiglia e di una comunità parrocchiale. Ascolto chi mi sta accanto o “sento” e basta? Mi fido di ciò che mi dicono in famiglia e nella mia comunità? O preferisco cercare altrove?

Siamo anche noi, nel nostro piccolo, come gli abitanti di Nazareth o ci lasciamo guidare dalla fede?