La Parola ogni giorno: 15 Maggio

Venerdì della quinta settimana di Pasqua

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni (Gv 12, 44-50)

In quel tempo. Il Signore Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Commento

Nel Vangelo di oggi Gesù parla a tutti coloro che nella sua epoca non osavano credere in lui, preferendo la gloria terrena a quella celeste. E come si rivolse a loro si rivolge oggi anche a noi, con le stesse parole che ci esortano a credere che tutto ciò che ha detto e predicato proviene da Dio Padre. Gesù non predica per essere glorificato e ottenere riconoscimenti, ma per glorificare colui che l’ha mandato, poiché “il suo comandamento è vita eterna”. Gesù si paragona alla luce, ciò che permette di vedere chiaramente tutto quello che ci sta attorno e che ci aiuta a muoverci nel mondo terreno. Gesù è una luce che, però, non illumina unicamente questo mondo, ma indica la via per la Vita Eterna, illuminando la nostra anima. Ed è per questo che è così difficile seguirlo. Sembrerebbe logico preferire la luce all’oscurità, eppure spesso si preferisce vivere nelle tenebre. Chi sta nel buio non può vedere nulla, né il bello né il brutto, e a volte è più semplice non vedere che accorgerci di cose che ci fanno paura o che disprezziamo. La luce che illumina ci mostra tutto, senza pietà: ci mostra le brutture nostre e del mondo, ma soprattutto ci mostra le bellezze che risiedono in noi e attorno noi. Solo che spesso, per paura di vedere tutto ciò che non ci piace rinunciano a guardare anche tutto ciò che ci rende belli. Prendendo in prestito le parole di Papa Francesco: “è più comodo vivere nelle tenebre perché la luce ci fa vedere ciò che non vogliamo. Ma così gli occhi si abituano alle tenebre e non sanno più cosa sia luce”. Ma quello che fa la luce di Gesù e del suo amore è una cosa grandissima: non solo ci mostra la nostra bellezza, ma ci permette di capire che i nostri errori sono riparabili e che per le nostre brutture c’è una salvezza, c’è un Amore che perdona. La sua è la luce della consapevolezza e della misericordia, è una luce di perdono. A Gesù non interessa condannare e in questo brano lo dice chiaramente: lui vuole perdonare e condurci sulla via della Vita. Lo fa predicando e donandoci il suo esempio, lo fa esortandoci a seguirlo e credendo che fino all’ultimo possiamo redimerci. Afferma che la condanna arriverà, ma non da lui e non ora. Arriverà nell’ultimo giorno e dipenderà da noi, dalla nostra condotta e dalla volontà di seguire gli insegnamenti di Dio. Ma Gesù ogni giorno ci chiama e con le sue parole di vita ci aiuta a scegliere tra la luce e la tenebra, avvicinandoci alla sua salvezza e allontanandoci dalla condanna.