P. Cesare Molteni ci scrive
Pubblichiamo la lettera che P. Cesare Molteni ha inviato ai ragazzi del catechismo durante l’avvento.
Missioni Consolata
Bevera di Castello Brianza
14 Novembre 2018
Gruppo Ragazzi del catechismo della Parrocchia di Brongio,
Cari ragazzi,
In questo periodo di preparazione al S. Natale mi presento a voi, perché sono certo che la massima parte di voi non mi conosce. Mi Chiamo P. Cesare Molteni, sono un membro dei Missionari della Consolata, nativo di Brongio, classe 1939. Ho fatto le scuole elementari a Brongio. Dal 1953 colla mia famiglia mi sono trasferito a Cassago, dove ho celebrato la mia Prima Messa a Natale del 1964, e ho pure celebrato una S,Messa a Brongio la susseguente festa dell'Epifania 1965.
Come missionario, sono partito per l’Africa, in Kenya, nel 1966, e lì ho trascorso un periodo di oltre 50 anni, fino ad aprile dello scorso anno 2017. Ed ora per motivi di cure mediche di cui abbisogno, sono tornato in Italia e ora risiedo a Bevera, presso la casa dei Missionari della Consolata.
Mi sento ancora molto legato a Brongio, dove ho appreso dai miei carissimi genitori e dal parroco di allora Don Giacomo Leva e dalla comunità cristiana di Brongio le prime nozioni di vita cristiana e dove ha avuto inizio la mia vocazione missionaria.
Ringrazio ancora tanto il Signore per questa grazia che mi ha concesso, di partecipare alla missione di evangelizzazione, per fare conoscere ed amare Gesù a tante persone. Sarebbe mio desiderio potervi ritornare, salute permettendolo.
Nei 50 anni trascorsi in terra di Missione ho sempre lavorato nelle parrocchie, nella cura pastorale, a contatto con la gente, sia con quelli già battezzati, sia con coloro che desideravano prepararsi al battesimo per diventare cristiani. Posso dire che mi sono trovato sempre molto bene dappertutto dove ho svolto il mio ministero. Ho trovato sempre gente molto buona, e molto ospitale. Il mio lavoro principale fu quello di formare cristiani e formare personale del posto, preparandoli ad essere attivi nella loro parrocchia. Naturalmente non è mancato il lavoro di costruire nuove chiese o cappelle dove c’era bisogno e anche di prendere cura anche delle scuole, sia primarie che secondarie, perché sono molto importanti per la vita futura degli studenti.
Accanto a questo, un lavoro molto importante fu quello della cura dei poveri e della visita agli ammalati: un lavoro che mi è piaciuto proprio molto, perché mi ha tenuto molto a contatto con le persone.
In questi 50 anni di vita missionaria ho assistito ad una crescita della Chiesa in Kenya. Nei primi anni di missione il lavoro era quasi tutto in mano a noi missionari. Non c’erano quasi sacerdoti locali o si potevano contare sulle dita di una mano. Ora, grazie a Dio, nella diocesi in cui mi trovavo ultimamente quasi tutto il lavoro pastorale è in mano al clero locale. Abbiamo un vescovo locale, molti sono i sacerdoti locali, sia diocesani che religiosi, e anche suore locali. Naturalmente c’è sempre bisogno dei missionari che cooperino con loro e li guidino nel lavoro di ministero.
A proposito, qui a Bevera nella nostra casa di missionari attualmente abbiamo due sacerdoti africani provenienti dal Kenya, ed uno di loro è anche Superiore della nostra comunità. Vedete che anche il Kenya ha dato e da il suo contributo spirituale a noi qui in Italia.
Abbiamo anche associazioni cattoliche nelle parrocchie del Kenya, per gli uomini. Per le donne, per i giovani e per gli adolescenti come voi. Accenno in particolare alla associazione dei bambini: In tutte le parrocchie della nostra Diocesi abbiamo questo gruppo, molto vivace, che si chiama in sigla, PMC, che significa per chi sa l'inglese “Pontifical Missionary Children”, cioè associazione dei bambini della Pontificia opera missionaria, che hanno attività diverse, sia spirituali che sportive, nella parrocchia e anche nella Diocesi. Sono bambini e si sentono missionari, cioè incaricati di fare conoscere Gesù agli altri bambini non cristiani con cui vivono, nella famiglia e nella scuola… Sono molto contento del loro gruppo, anche perché tramite loro ci è più facile raggiungere e avere rapporti coi loro genitori.
Ed ora concludendo vorrei invitare anche alcuni di voi a pensare alla possibilità di offrire la vita nel campo missionario. Vi assicuro che non ve ne pentireste!
Uniti nella preghiera vi saluto con affetto, ed auguro a voi tutti un Buono e Santo Natale, ed un Felice Anno Nuovo.
Vostro nel Signore,
P. Cesare Molteni, Missionario della Consolata.