Famiglia e povertà. Incontro di sabato 6 febbraio 2015 Famiglie 0-6 anni

Cari amici della comunità pastorale e soprattutto care famiglie, di seguito vi riportiamo un piccolo riassunto dell’ultimo incontro che questa volta si è svolto presso l’oratorio di Molteno, rivolto alle famiglie con almeno un figlio di età compresa tra 0 e 6 anni, relativo nello specifico al tema “famiglie e povertà”.

Diciamo subito che l’appuntamento di sabato è stato inserito nel contesto dell’adorazione eucaristica che si svolgeva in questi giorni, per cui le famiglie si sono ritrovate nella chiesetta dell’oratorio e, guidate da Don Francesco, hanno potuto contemplare il Santissimo Sacramento in una mezz’ora di canti, gesti simbolici e preghiere “a misura di famiglia”.

L’adorazione eucaristica si è incentrata sul tema di Gesù che si dona a noi per mezzo del Pane, gesto concreto e dal forte carattere simbolico, ben riconoscibile da grandi e piccini, anche grazie ad una piccola drammatizzazione che ha coinvolto alcuni degli stessi genitori presenti. Nel pane preparato da Maria, in famiglia, Gesù riconosce un potente mezzo di comunicazione, ritrovandovi il profumo, il sapore e la carezza della sua Mamma. Dopo questa esperienza vissuta in famiglia, decide così lui stesso di farsi pane, per lasciare a tutti noi un ricordo vivo di se stesso.

Di seguito il gruppo si è trasferito in salone, dove ha potuto ascoltare, tra stupore e curiosità, la testimonianza diretta di una famiglia del Ghana, recente repubblica africana confinante con la forse più nota Costa d’Avorio.

Mamma Agnes e papà Manuel sono i genitori di quattro bellissimi bambini, dai 5 anni ai 4 mesi. Proprio il piccolo Samuel era ancora nel ventre materno durante la traversata di 3 giorni, con destinazione ignota, che li ha visti scappare da una Libia in subbuglio, dove questa famiglia qualche anno prima si era trasferita per cercare una vita migliore, lontano dalle incomprensioni famigliari sviluppatesi nel villaggio di origine. Agnes, con voce tranquilla ma un po’ timorosa, racconta delle enormi difficoltà del sopravvivere in 600 persone su una barca che ne poteva trasportare 200, con mezza banana al giorno pro capite come unica fonte di cibo, sopportando pessime condizioni igenico sanitarie dovute al sovraffollamento ed agli effetti della navigazione sui poveri malcapitati. Questa famiglia, in fuga verso l’ignoto (non sapevano infatti dove sarebbero potuti approdare di preciso, in quale paese europeo) ha poi trovato conforto e accoglienza, dopo una serie di passaggi, nella caritas di Erba, rappresentata nella serata di sabato dalla Sig.ra Giovanna e dalla Sig.ra Cristina.

Continuando nel loro racconto, arrivano anche alle buone notizie, spiegandoci che è stato avviato un serio percorso di inserimento sociale per tutti i membri della famiglia, che va dall’inserimento scolastico dei piccoli, alla ricerca di un lavoro per il padre, manovale con esperienza pluriennale nel campo dell’edilizia ma attualmente disoccupato, pensando anche ad un percorso di riqualificazione professionale per lui stesso, che consenta al nucleo famigliare di riguadagnare al più presto una piena autonomia.

Le famiglie presenti hanno voluto ringraziare i loro nuovi amici del Ghana per aver voluto condividere in gruppo il racconto della loro esperienza, tanto forte quanto intima e personale, fatta dei pianti dei loro bimbi affamati e della forza della fede.

La serata è poi proseguita in un clima di festa e condivisione, con tutte le famiglie sedute davanti ad un bel piatto di pizza, insieme anche ai bimbi più piccoli, che fino a quel momento avevano potuto giocare in una sala a parte sotto l’attenta guida dei nostri valorosi animatrici ed animatori. Anche la preghiera finale è stata caratterizzata dall’internazionalizzazione, con la famiglia ospite che ci ha fatto ascoltare il “loro” Padre Nostro.

L’impressione che hanno avuto le persone all’ascolto è stata quella di avere di fronte una famiglia unita, che, in mezzo a tutti gli sforzi e le prove affrontate, non ha mai perso la fede, non ha mai perso la speranza di inseguire per i loro figli un futuro migliore. Speriamo, come gruppo di famiglie e come comunità tutta, di dare un sostegno concreto al loro percorso di vita. Ve ne daremo notizia...

Martino Benedetto