Verbale Consiglio Pastorale del 15 Settembre 2020

Consiglio Pastorale della Comunità pastorale dei Santi Martino e Benedetto
Verbale n. 7- 15 settembre 2020

Presidente: Don Massimo Santambrogio
Assenti: Molteni Carlo

L’incontro ha inizio alle ore 21.00 presso l’oratorio di Sirone e si svolge secondo il seguente ordine del giorno:

  1. Preghiera;

  2. Presentazione da parte del parroco delle nomine dei membri aggiuntivi del Consiglio;

  3. Confronto e riflessioni a partire dalla lettera introduttiva del Vescovo “PROPOSTA PASTORALE 2020-2021” con particolare riferimento alle domande poste dal Vescovo
    (Che cosa è successo? Come siamo diventati? Quale volto presenta la nostra Chiesa? E la nostra società? Che cosa dovremo cambiare? Quali scenari si aprono per le famiglie, la scuola, la salute, il lavoro e l’economia?);

  4. Comunicazione appuntamenti suggeriti dal Vescovo nella lettera per l’inizio dell’anno pastorale “SE TI È CARO ASCOLTARE, SE PORGERAI L’ORECCHIO, SARAI SAGGIO”;

  5. Presentazione del calendario indicativo degli impegni dell’anno;

  6. Comunicazioni varie (con riferimento in particolare agli imminenti appuntamenti in oratorio).

Punto 1

L’incontro si apre con la Preghiera allo Spirito Santo recitata in apertura di ogni sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Punto 2

Vengono presentati dal parroco i membri aggiuntivi del Consiglio Pastorale: oltre ai membri eletti, infatti, spetta al parroco la possibilità di aggiungere al Consiglio un numero di membri pari ad un terzo del numero dei membri eletti. Per ora vengono nominati due nuovi componenti: Raffaella Pirovano e Matteo Rigamonti.

Punto 3

Matteo Bonacina introduce il terzo punto invitando i consiglieri ad esprimere le proprie riflessioni.

Giorgio Summer interviene mettendo a fuoco alcuni punti:

  • È importante riflettere sulla realtà del cambiamento climatico e sull’inevitabilità del dover fare i conti con la storia. Così come anche per la pandemia e le difficoltà economiche che necessariamente ne sono derivate, la storia ci chiama alla responsabilità e ci spinge ad essere coscienti su ciò che facciamo. Le nostre scelte, anche quotidiane, hanno conseguenze importanti poiché, come dice l’Arcivescovo, “tutto è in relazione”. È fondamentale che ognuno sia in grado di considerare e riflettere sulla propria responsabilità personale.

  • Di fronte alla complessità degli avvenimenti dilaga la ricerca di soluzioni facili e il diffondersi di accuse reciproche e di odio sociale. Questo atteggiamento è quanto di più lontano dallo stile cristiano. Trovare un colpevole non è l’esercizio che ci viene chiesto. Di fronte allo sconcerto è necessario capire e ragionare piuttosto che darsi la colpa vicendevolmente.

  • I segni positivi che sono emersi in questo periodo difficile sono stati i momenti di preghiera insieme e in famiglia: hanno sottolineato l’importanza di stare uniti nella preghiera e nell’affrontare le difficoltà. Altro punto forte e positivo è stata l’attenzione ai più deboli che non è mai mancata.

  • Infine è importante essere in grado di comprendere e vedere la storia come un cammino: le contingenze storiche, per quanto gravi, vanno considerate in una visione d’insieme.

Giuseppe Canali invita a soffermarci su quanto è successo. Il lockdown ci ha permesso di fermarci a riflettere sul ruolo del cristiano nella società. L’uomo è nulla di fronte a una pandemia e, nonostante i progressi scientifici ad oggi raggiunti, si vede costretto ad arrestarsi di fronte ad una difficoltà di tale grandezza.
Riflettiamo sulla società e su come essa, prima della pandemia, procedesse permeata da un benessere che spesso fa dimenticare i valori della vita di un vero cristiano.
Viene inoltre riportata l’esperienza personale vissuta come volontario presso l’istituto Airoldi e Muzzi dove è e emersa la sofferenza dell’apparato medico, frustrato dalla limitatezza delle proprie conoscenze e mezzi, la sofferenza dei pazienti e dei loro familiari. La preghiera è stata fonte importante di incontro col Signore.
Ad oggi, seppur le conoscenze siano migliorate, la situazione ancora non si è conclusa e non bisogna quindi commettere l’errore di sottovalutare la criticità ancora presente.
La pandemia, nella sua eccezionale gravità, è stata un’occasione per rafforzare i valori cristiani. È importante far sì che tale occasione non vada persa nella ricerca sfrenata di un capro espiatorio. È piuttosto auspicabile trovare la forza, insieme, di individuare la positività in una situazione così drammatica: essere in grado di evidenziare tale positività significa, come cristiani, mandare un messaggio estremamente importante.

Matteo Bonacina sottolinea il passaggio di richiamo all’enciclica “Laudato si’ ” evidenziando la dimensione economica, sociale, emotiva e spirituale che la pandemia ha portato con sè.
È ad oggi un punto fondamentale, ad esempio, riflettere attentamente sulla modalità con cui sfruttare le risorse economiche messe a disposizione per far fronte alle conseguenze della pandemia.
Quest’ultima è stata inoltre occasione di avvicinamento per gli stati europei, minacciati da un pericoloso nemico comune, e dunque occasione di un cambiamento anche in senso comunitario più ampio.

Paolo Chiodi riflette su due punti:

  • Di fronte alle difficoltà è atteggiamento comune il chiedersi il perché e maledire tali difficoltà piuttosto che ringraziare per il benessere di cui si è goduto fino a quel momento. Per molti anni abbiamo avuto la grazia di un contatto sempre più limitato e circoscritto con le esperienze della malattia e della morte, molto più comune, invece, in tempi passati.

  • La pandemia e le misure adottate sono state, in alcuni casi, input per lo smascheramento di falsi valori, quali abitudine e ritualità, con cui alcuni cristiani portavano avanti la propria vita cristiana. Ecco perché è importante investire sui valori e sul sentire profondo di ogni cristiano.

Marco Rigamonti sottolinea come l’Arcivescovo ci inviti a non sorvolare con superficialità questo tempo. L’ Arcivescovo chiede un cambiamento e sprona più volte a non lasciarsi sopraffare dalla frenesia del recuperare ciò che si faceva prima della pandemia.
Sottolinea inoltre l’importanza della scelta del Siracide come libro del buon senso.
I valori da perseguire siano l’entusiasmo, la modestia, che si rende evidente nella disponibilità ad essere discepolo e ad essere dunque istruito, e la lentezza, che si rende evidente nel non affrettarsi e nel mettersi a disposizione per costruire qualcosa insieme.
È possibile infine che i cristiani più “fedeli” ai valori fondamentali possano essere fonte di sprone e ispirazione per coloro che non hanno la medesima forza.

Don Massimo pone in rilievo l‘importanza di compiere una sosta su questo tempo. È impegnativo rispondere alle domande poste dal Vescovo, trovandoci all’interno di una situazione che non è ancora del tutto cessata.
Non bisogna considerare questo tempo come una parentesi ma piuttosto riflettere sui cambiamenti e sulle scelte, anche più pratiche, che questo tempo ha comportato.
L’ambito della liturgia, ad esempio, è stato ampiamente interrogato: la modalità di raccolta delle offerte, l’utilizzo del foglietto per la S. Messa, il servizio di accoglienza sono solo alcuni dei punti che possono fornire spunti riguardo un futuro mantenimento dei cambiamenti applicati.
Allo stesso modo l’ambito dell’oratorio, ad oggi chiuso quando non sono presenti attività organizzate, vede un risalto del suo ruolo quale luogo educativo e attivo nel momento in cui vi è la presenza, appunto, di una figura educativa.
Altri ambiti infine riguardano l’utilizzo delle chiese, la Professione di fede, l’affidamento alle famiglie del tempo della preghiera. Si deve riflettere, inoltre, sull’eventualità e modalità della visita alle famiglie in Avvento.
È fondamentale muoversi come lo scriba che, divenuto sapiente, sa mantenere insieme l’antico e il nuovo.

Don Francesco rimarca l’importanza di far sì che tutto ciò che abbiamo vissuto sia servito a qualcosa e ne si tragga insegnamento.
La pandemia è stata motivo di ripensamento del linguaggio pastorale verso un ritorno all’essenziale: è stato punto di partenza per ritrovare ciò che veramente è essenziale all’interno della comunità.
Riporta le parole dell’Arcivescovo: “Diventa inevitabile chiederci se le nostre proposte pastorali, la nostra predicazione, le catechesi e le scuole di vario livello che la comunità cristiana propone siano in grado di offrire risposte, di intercettare le domande e di accompagnare le persone alla conoscenza della libertà che rende liberi. Presumo che la drammaticità della situazione che abbiamo vissuto e viviamo imponga una verifica approfondita e un ripensamento coraggioso del linguaggio della nostra comunicazione e del nostro insegnamento”.
Richiama infine l’importanza della Sapienza: un vissuto cristiano senza questa sapienza è debole, ricerchiamo questa sapienza profonda che dà spessore alla nostra fede.

Punto 4

Nella Lettera per l’inizio dell’anno pastorale vengono considerati i primi adempimenti del nuovo anno pastorale.

  • Un’ attenzione particolare è posta alla pastorale giovanile a partire dall’apertura degli oratori, alla giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, alla beatificazione di Carlo Acutis.

  • La domenica dell’ulivo, 4 ottobre 2020: nel tempo che abbiamo vissuto, l’epidemia ha devastato la terra e la vita della gente. La benedizione dell’ulivo deve essere occasione per un segno di pace e di ripresa fiduciosa. Come comunità cristiana possiamo dare un segnale forte e importante di un vivere che può essere bello nonostante la situazione di restrizioni (così come si è tentato di fare con le feste patronali e si sta facendo con i Sacramenti dell’iniziazione cristiana). Si tratta di un vero e proprio ramoscello di speranza.
    A tal proposito, date le restrizioni, non è chiara la modalità con cui l’ulivo possa essere utilizzato. Paolo Chiodi suggerisce come potrebbe essere significativo al momento dello scambio della pace, non consentito, individuare una modalità alternativa a tal proposito. Potrebbe essere altrimenti possibile creare un foglio con una preghiera da predisporre per ogni posto a sedersi.
    Matteo Rigamonti suggerisce come ulteriore possibilità che le famiglie possano portare disegni simbolici di pace che vengano poi raccolti e offerti.
    Don Massimo sottolinea il senso di tale domenica: alla base vi è l’annuncio, il mandato di pace finale: è la comunità cristiana che porta un annuncio di pace al mondo.

  • Nei primi mesi dell’anno pastorale ricorrono feste che celebrano Maria, a partire dal già trascorso 8 settembre, Natività della B.V. Maria.
    È importante praticare la preghiera in tutte le modalità consuete: non deve mai mancare la possibilità, per il cristiano, di attingere alla risorsa fondante della fede.
    L’auspicio alla base di tutti i nuovi impegni dell’anno pastorale risiede sempre nell’attenzione a far sì che l’’organizzazione delle iniziative non sia un ripetersi per inerzia di ciò che si è sempre fatto.

Punto 5

Don Massimo presenta il calendario indicativo degli impegni dell’anno:

  • Il percorso fidanzati si tiene tra settembre e ottobre;

  • Gli incontri di catechesi per la S. Cresima e la Prima Comunione sono già ripresi;

  • Riprenderanno le catechesi per tutte le fasce di età;

  • Riprenderanno i Gruppi di ascolto della parola;

  • La Settimana Eucaristica, a febbraio;

  • La S. Cresima e la Prima Comunione, nel 2021;

  • La Professione di fede;

  • Anniversari di matrimonio;

  • Feste patronali.

Punto 6

Don Francesco ricorda i prossimi appuntamenti:

  • Apertura della settimana della festa degli oratori: domenica 20 settembre 2020 si terrà la Fiaccolata Votiva di apertura degli oratori con partenza dalla cappella dell’ospedale L. Mandic di Merate. Non sarà possibile, onde evitare assembramenti, l’accensione del braciere; avverranno comunque all’arrivo della fiaccola una preghiera e l’accensione di un cero;

  • Il 24 settembre 2020 si terrà la S. Messa di affidamento dell’anno pastorale a Maria per tutti coloro che svolgono attività educativa negli oratori. La S. Messa si terrà alle ore 21.00 presso i Missionari della Consolata di Bevera;

  • Tra giovedì e venerdì si terranno le confessioni nelle tre parrocchie;

  • Domenica 27 settembre 2020: festa nei tre oratori con pranzo pic-nic, giochi nel pomeriggio e S. Messa in palazzetto alle ore 17.30 per tutti e tre gli oratori con la benedizione degli zaini per gli studenti.

Viene consegnato ai membri del Consiglio Pastorale il calendario degli appuntamenti del Consiglio per il prossimo anno pastorale:

  • Martedì 27 ottobre 2020

  • Martedì 1 dicembre 2020

  • Martedì 19 gennaio 2021

  • Martedì 16 febbraio 2021

  • Martedì 20 aprile 2021

  • Martedì 25 maggio 2021

Terminata la discussione dei punti all’ordine del giorno il Consiglio si conclude alle ore 22.45.