Verbale Consiglio Pastorale del 21 luglio 2020

Consiglio Pastorale della Comunità pastorale dei Santi Martino e Benedetto
Verbale n. 6- 21 luglio 2020

Presidente: Don Massimo Santambrogio
Assenti giustificati: Gallo Luigi, Cesana Nicolò, Riva Donatella, Canali Giuseppe, Summer Giorgio (in collegamento da remoto).

L’incontro ha inizio alle 20.45 presso l’oratorio di Brongio e si svolge secondo il seguente ordine del giorno:

  1. Preghiera;

  2. Surroga del consigliere Delia Turati;

  3. Riflessione a gruppi a partire dalla “Scheda per la ripresa personale e per il lavoro di verifica nel Consiglio Pastorale sulla proposta formativa permanente degli operatori e consiglieri pastorali” e condivisione;

  4. Accenno prospettive Anno Pastorale 2020/2021;

  5. Comunicazioni varie.

Punto 1

L’incontro si apre con una Preghiera per il Consiglio Pastorale

Punto 2

Vengono presentati i due nuovi membri del Consiglio Pastorale: Acerboni Martina subentra in sostituzione di Panzeri Valeria mentre Cavenaghi Alessandra in sostituzione di Turati Delia.

Punto 3

Don Massimo riprende alcuni passaggi della “Scheda per la ripresa personale e per il lavoro di verifica nel Consiglio Pastorale sulla proposta formativa permanente degli operatori e consiglieri pastorali” in particolare i passi da Evangelii Gaudium nn. 120-121 “Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare ad uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente recettivo delle loro azioni. La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati. Questa convinzione si trasforma in un appello diretto ad ogni cristiano, perché nessuno rinunci al proprio impegno di evangelizzazione, dal momento che, se uno ha realmente fatto esperienza dell'amore di Dio che lo salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo, non può attendere che gli vengano impartite molte lezioni o lunghe istruzioni. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l'amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo "discepoli" e "missionari", ma che siamo sempre "discepoli-missionari".

Il Consiglio Pastorale viene suddiviso in tre sottogruppi che si occuperanno di riflettere sulle domande suggerite al termine della scheda. Al termine delle riflessioni a gruppi un rappresentante per gruppo riporta quanto condiviso.

Matteo Bonacina riporta le riflessioni condivise nel primo gruppo a proposito del punto 1 (Niente di meno che collaboratori di Dio! Soltanto collaboratori di Dio!) e del punto 2 (I molti collaboratori e l’unica impresa. Il riferimento alle linee diocesane e alle proposte del Vescovo).
Emerge il ruolo della corresponsabilità nell’edificazione del regno di Dio nel presente e la necessità di formazione.
L’amore di Dio è traccia e filo rosso che ci aiuta a tenere alto l’impegno pastorale, il rendersi disponibili è vero e proprio segno di grazia nella vita comunitaria.
Punto condiviso è la presenza di ragazzi e giovani come scintilla e faro della grazia di Dio.
Non manca un riferimento importante al tempo presente: la presenza di ciascuno, oggi più che mai, è fondamentale all’interno della comunità.
Il sentimento puro secondo cui ciascuno si mette in moto, lo Zelos che ci spinge sia Gesù che ci spinge a fare ed essere comunità.
Il fedele laico è corresponsabile e la figura del sacerdote centrale, fondativo è il momento della celebrazione dell’Eucarestia. È fondamentale mantenere un dialogo col Signore e mettersi a servizio Suo e della comunità.
L’ambito pastorale sul quale è più urgente porre la nostra attenzione è la fascia dei ragazzi e dei giovani: è importante investire e valorizzare i giovani, un investimento che nel futuro può dare molti frutti.

Marco Rigamonti riporta le riflessioni condivise nel secondo gruppo a proposito del punto 1 e del punto 2b (I molti collaboratori e l'unica impresa. Il ruolo dei soggetti).
Nel gruppo è emerso come siamo tutti coinvolti, ciascuno nel proprio ambito, all’interno della Comunità: siamo un piccolo ingranaggio necessario e fondamentale perché tutto funzioni al meglio. La parola da tenere ben presente è “Collaborazione”: è importante fare qualcosa per tutti nell’operare il bene.
In questo tempo particolare siamo chiamati a far ripartire tutte le situazioni e occasioni parrocchiali che si sono fermate con la pandemia.
È stata rimarcata l’importanza del battesimo, momento fondante che ci inserisce all’interno della Chiesa.
I segni manifesti e visibili dell’opera di Dio sono costituiti dalle persone all’opera, con il proprio contributo, senza voler apparire, nell’umiltà e nella fedeltà, con gli altri e per gli altri.
Le grazie particolari che in questo tempo stiamo ricevendo sono rappresentate dalla Parola del Papa, dai messaggi del nostro Vescovo e dal confronto che ne si può trarre.
Le tentazioni che invece oggi ci troviamo ad affrontare sono lo scoraggiamento nel vedere la partecipazione di piccoli numeri ai momenti della Comunità, la fatica nel vedere i risultati. È fondamentale la fiducia nella Parola di Colui che ha promesso.
A proposito del ruolo dei soggetti si evidenzia come la sinodalità non sia uno slogan ma uno stile da acquisire strada facendo in ogni occasione che si vive.
È importante aprirsi ai laici, non solo collaboratori, ma corresponsabili anche attraverso le forme come quelle dei gruppi di ascolto o la cura dei malati. Si suggerisce anche un aiuto, di carattere tecnico, alla figura del parroco, oberato da questioni di carattere amministrativo.
Un’ attenzione particolare deve essere posta nella vocazione del matrimonio, vera testimonianza se vissuto in modo consapevolmente cristiano.
È infine fondamentale valorizzare la preghiera e le proposte di tipo vocazionale, riprendere in mano i valori e la motivazione nei genitori nel loro compito educativo.

Paolo Chiodi riporta le riflessioni condivise nel terzo gruppo a proposito del punto 1 e del punto 2c (I molti collaboratori e l'unica impresa. Le condizioni per il servizio all'edificazione della comunità cristiana).
Le motivazioni più forti che ci aiutano a tenere alto l’impegno pastorale risiedono nel non voler esseare al di fuori del progetto di Dio, e dello Spirito del Signore ricordandoci che anche l’esperienza di Gesù è passata attraverso il fallimento. Sono fonte di sostegno le buone abitudini (frequentare la Santa Messa) e le iniziative con il nostro prossimo, i bambini, le famiglie.
Le opere e le grazie riconosciute risiedono nel rallentamento, legato alla situazione della pandemia, che ci ha permesso di riconoscere e valorizzare le grazie che già possediamo.
Le tentazioni che oggi ci troviamo ad affrontare sono lo scoraggiamento, il focalizzarsi su ciò che non funziona, e la tentazione di accontentarsi. Un altro pericolo è resistere al cambiamento, non voler rinnovarsi e archiviare questo tempo di cambiamento senza effettivamente interrogarlo.
A proposito delle condizioni per il servizio all’edificazione della comunità cristiana si evidenziano tre piani:

  • Piano personale: è importante coltivare nella preghiera la stima dell’altro

  • Livello comunitario: il piano organizzativo (caritas, catechismo ...) è presente; attenzione all’importanza di agire con le altre realtà del territorio (attenzione ai più fragili durante il lockdown);

  • Livello dello stile comunitario: la domanda è se il nostro stile è in grado di trasmettere il bene e l’amore che ci caratterizza. Un punto saliente è rappresentato dalla tentazione al giudizio di chi è più difficile, debole e piccolo.

Punto 4

Viene consegnata ai membri del Consiglio la nuova lettera pastorale dell’Arcivescovo uscita il 15 luglio. L’Arcivescovo, nell’affidarci questa lettera, ci spinge ad una lettura e ad un discernimento di quanto vissuto in periodo di pandemia. Il ritorno all’essenziale è una via promettente per evitare il ritorno allo stile di vita di prima ed è necessario un cammino di sapienza.
L’insegnamento che ci propone risiede nel non procedere in modo scomposto e nel non farci complici di una società che si disgrega nell’ egoismo.
È centrale la riflessione sul Libro del Siracide che sarà inoltre oggetto dei gruppi di ascolto.
Per la ripresa dell’anno pastorale sono presenti sottolineature di avvenimenti e date da ricordare.
Alla prima parte della lettera seguiranno le lettere sul Mistero dell’Incarnazione, della Pasqua e della Pentecoste.

Punto 5

  • Verifica del cammino dei gruppi d’ascolto: dei 15 gruppi attivati quest’anno ne continueranno 13; non si esclude che se ne potrebbero aggiungere di nuovi.

  • Consiglio Affari Economici: si sta definendo, nel rapporto con le società sportive, un quadro normativo più chiaro e definito con un’attenzione particolare anche a spese, utenze e contenimento degli sprechi. Lunedi si terrà un confronto.

  • Prospettive per settembre: si ipotizza come data di ripresa dell’attività del Consiglio Pastorale martedì 15 settembre 2020.

Terminata la discussione dei punti all’ordine del giorno il Consiglio si conclude alle ore 22.50.