La Messa dello sportivo
Alla Santa Messa dello Sportivo celebrata Mercoledì 29 Dicembre nella settimana dell'educazione hanno preso parte cinque Società Sportive (San Giorgio Volley Molteno, GS Brongio, HC Handball Molteno, GSO Sirone e Polisportiva San Giorgio Molteno). Ciò che abbiamo ascoltato possa far crescere nella nostra Comunità "ricerca, passione e stupore" per il bene dei ragazzi che ci sono stati affidati.
Riportiamo la riflessione sul brano di Vangelo di Lc 2,41-52.
Mi sono chiesto quale brano di Vangelo poteva essere più adatto per parlare questa sera, in questo contesto sportivo, a coloro cioè che si occupano dell'educazione dei ragazzi e che si prendono cura di loro, agli allenatori. Pensandoci ho trovato molto significativo il brano di Vangelo di Luca 2,41-52, lo stesso brano che abbiamo sentito Domenica 26 Gennaio 2020 nella Santa Messa.
In particolar modo cercavo nel Vangelo una figura che potesse ricalcare la figura dell'educatore e in questo caso dell'allenatore, una figura evangelica in cui ciascun allenatore possa ritrovarsi. Beh, ne ho trovate due e sono Maria e Giuseppe, i genitori di Gesù. Sì, credo che in Maria e Giuseppe possiamo proprio ritrovare questa figura, la figura dell'allenatore, ma prima di tutto dell'educatore. E in modo particolare vorrei soffermarmi su tre punti di questo Vangelo che ci danno indicazioni preziose sul vero senso dell'educazione, indicazioni che credo ci possano aiutare a vivere in modo pieno e vero il valore dello Sport.
Il primo elemento è questo: la ricerca.
Maria e Giuseppe sono persone che vanno alla ricerca, alla ricerca di un figlio che si è perso. Non si mettono alla ricerca semplicemente perché investiti da un compito, ma perché sentono forte il senso della loro responsabilità genitoriale verso quel figlio che si è perso. Il Vangelo ci sta dicendo che l'allenatore, come educatore, è una persona che va alla ricerca, spinta non semplicemente da un compito, ma spinta da un senso di responsabilità: io ti cerco perché sono il tuo educatore, sono il tuo allenatore! Ti cerco, e ti cerco insistentemente proprio per questo: perché ti voglio bene. Certo, ma cerchiamo di capire meglio che cosa può voler dire questa ricerca. Non è sicuramente la ricerca in senso fisico, ma possiamo rileggerla come una ricerca interiore, spirituale. Si, perché un ragazzo si può perdere come Gesù, perché magari fa più fatica e quindi rimane indietro rispetto a tutti gli altri; oppure un ragazzo si può perdere dietro un senso di sconfitta, di tristezza o di inferiorità: "No, io non ce la farò mai!", " No, io non sono capace, lascio tutto!". Sì, può accadere che nello sport ci si perda dietro queste cose e dietro questi sensi di sconfitta. Ebbene, come Maria e Giuseppe, l'educatore/allenatore deve essere colui che va alla ricerca, alla ricerca di quei ragazzi che si sono persi, che sono rimasti indietro: “Su questa cosa in cui fai fatica, io ti aiuto, mi fermo con te per aiutarti!”, oppure di fronte ai sensi di sconfitta: "No, tu ce la puoi fare!", "No, io continuo a fare il tifo per te!", "Io desidero che tu possa dare il massimo", " No, io ho bisogno di te!". Il Vangelo ci insegna che nel mondo dello Sport i ragazzi devono sentirsi come Gesù: cercati! Cercati non per prestazioni, ma per amore, un amore che per un allenatore può quasi arrivare a ricalcare quello genitoriale, quello di Maria e di Giuseppe. Non penso di esagerare dicendo questo, perché lo diceva anche San Giovanni Bosco il quale, parlando dell'educazione, diceva queste parole: "Riguardiamo come nostri figli quelli sui quali abbiamo da esercitare qualche potere".
Il secondo elemento di questo Vangelo su cui vorrei soffermarmi e quello dei tre giorni.
Maria e Giuseppe cercano Gesù per ben tre giorni. Il Vangelo non mette mai nulla a caso e se ha messo "tre giorni" significa che con questo "tre" vuol comunicarci qualcosa. Se ci pensiamo bene il numero tre ricorre spesso nella Bibbia e nel Vangelo ma, in riferimento ai giorni, ricorre in un momento particolare: la passione di Gesù. La passione è il momento della vita in cui Gesù ha dato tutto se stesso, in cui il suo amore ha raggiunto l'apice. Gesù non ha risparmiato niente di sé per donarsi a noi, a ciascuno di noi. Ha dato tutto se stesso! Maria e Giuseppe hanno cercato per tre giorni e questo “tre giorni” sta ad indicare che l’hanno fatto per passione. Il Vangelo, con questo elemento dei tre giorni, ci sta insegnando che l'educatore, il vero educatore, è colui che anzitutto lo fa per passione, è colui che deve essere animato da passione. Non si è allenatori solo per dovere o competenza, ma si è allenatori per passione e questa passione non si deve modellare su dei trattati, su dei teoremi particolari o su altro. La vera passione educativa, quella cristiana, è quella passione che si modella su Gesù, sulla passione che Gesù ha avuto per tutti noi, per l'umanità intera. Il Vangelo ci sta dicendo che per un allenatore la passione deve essere anzitutto per i ragazzi, per la persona umana, così come è stata la passione di Gesù. Ciascuno di noi deve modellare la propria passione educativa su Gesù! Un grande educatore, San Giovanni Bosco, questa cosa l'aveva capita benissimo e infatti diceva agli educatori: "Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi".
Infine, il terzo elemento su cui mi voglio soffermare è lo stupore di Maria e di Giuseppe.
Maria e Giuseppe ci insegnano che l'allenatore è colui che si sa sempre stupire dei suoi ragazzi e che come Maria sa custodire nel suo cuore questo stupore. Questo stupore che il Vangelo ci richiede è quello stupore che nasce dalla consapevolezza che dietro la vita di ciascun ragazzo c'è un Dio che ha creato una meraviglia e che sta operando, anche attraverso di noi, per far uscire questa meraviglia. Stupiamoci di quello che scopriamo in questi ragazzi, stupiamoci dei passi che riescono a compiere, stupiamoci delle cose belle che riescono a tirar fuori e che riescono a dire, stupiamoci delle loro capacità e del loro modo di amare. Il vero educatore sa stupirsi, come Maria e Giuseppe. Concludo con un pensiero per tutti i ragazzi. Abbiamo parlato finora dell'allenatore come educatore, ma questo brano del Vangelo ha anche un pensiero per tutti i ragazzi: siate come Gesù! Siate come Gesù, che viveva sottomesso a Maria e Giuseppe. Anche voi ragazzi obbedite ai vostri allenatori, state loro sottomessi, perché l'ha fatto anche Gesù con Maria e Giuseppe. Il Vangelo non solo sta dicendo ai vostri allenatori di essere come Maria e Giuseppe, ma sta invitando anche voi a vedere in loro una figura come Maria e Giuseppe, una figura cioè che vi vuole bene, che desidera il vostro bene, la vostra crescita e desidera farvi sentire realizzati e valorizzati per quello che siete, per la meraviglia che ciascuno di voi è. Maria custodisca le nostre società sportive e tutti coloro che in esse vi operano e vi prendono parte.