Una giornata al Seminario Arcivescovile di Venegono

Il 9 febbraio un gruppo di 25 preadolescenti, con noi educatori e Don Francesco, ha trascorso una giornata al Seminario Arcivescovile di Venegono.

Veniamo accolti da quattro seminaristi: Gabriele, che ci farà da cicerone, Mauro, Jacopo e Riccardo. Si mostrano molto accoglienti e subito mettono a loro agio i nostri ragazzi. 

La visita comincia e all'ingresso principale del seminario veniamo accolti da una grande statua di Papa Pio XI, colui che aveva desiderato venisse costruita una nuova sede per il seminario, scelta che era poi ricaduta sul paese di Venegono Inferiore. 

Subito dopo veniamo accompagnati nella cripta per celebrare la Santa Messa. La cripta si trova sotto la Basilica del seminario, ed è molto particolare. Non solo ci sono reliquie piuttosto grandi da poter osservare, ma le pareti sono tutte decorate da reliquie di Santi. I seminaristi ci spiegano che è stato fatto per ricordarci che siamo abbracciati dalla santità e che anche noi siamo chiamati a diventare Santi. Alla fine della Messa i seminaristi lasciano spazio alle prime domande, ed è qui che i seminaristi si accorgono che i nostri ragazzi non vanno per il sottile: pongono tantissime domande e sono veramente interessati alle loro risposte. Sono molto curiosi e bisogna fermarli, altrimenti tutto il tempo pensato per la visita verrebbe occupato dalle loro domande!

Proseguiamo nella visita. I seminaristi ci spiegano che il percorso per diventare preti si divide in due: biennio e quadriennio teologico. Mauro, Jacopo e Gabriele fanno parte del quadriennio teologico, mentre Riccardo sta frequentando l'ultimo anno del biennio. 

Andiamo a visitare la cappelletta del quadriennio, dedicata a S.Maria, ma prima ci soffermiamo ad ammirare il presepe che i seminaristi del quadriennio hanno creato. Si tratta di una riproduzione del muro che in Terra Santa separa Gerusalemme da Betlemme nel quale però c'è una breccia dove è stata posta la Natività, ad indicare che Gesù è la Pace e che è lui che bisogna pregare per superare tutte le divisioni che l'odio porta. I ragazzi sono di nuovo molto incuriositi e le domande fioccano copiose. 

Entriamo poi a visitare la cappella: è molto bella e molto colorata. C'è un ciclo di affreschi che ricopre le pareti e i nostri ragazzi non si accontentano della spiegazione di quelli principali, ma con domande mirate se li fanno spiegare uno per uno, chiedendo lumi su ogni minimo dettaglio rappresentato e cercando anche di approfondire. I seminaristi sono contenti, e anche un po' sorpresi, da tanto interesse, e c'è da dire che si mostrano anche molto preparati: rispondono in modo puntuale a tutte le domande, anche le più complesse.

L'ora inizia a farsi tarda e mancano ancora un paio di posti da visitare. Entriamo nella Basilica principale, dedicata alla Divina Sapienza. È molto più spoglia e meno colorata rispetto alla cappella del quadriennio, ma è molto grande e solenne. Ci viene spiegato che è così spoglia perché la realizzazione è stata interrotta a seguito dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Anche in questo caso le domande non si risparmiano.

Dopo la Basilica visitiamo la cappella del biennio, dedicata a San Giuseppe Lavoratore. È dominata da un mosaico dove sono rappresentate le 7 virtù (le tre virtù teologali e le quattro virtù cardinali) che circondano Gesù. Sul soffitto, invece, sono rappresentate le tappe della vita di San Giuseppe. Anche questa cappella è molto bella e le domande sono molte. È però ora di pranzo e le domande vengono rimandate a dopo.

Dopo pranzo i nostri ragazzi possono giocare e riposarsi in libertà, mentre noi educatori coi seminaristi possiamo bere un caffè e confrontarci sulle attività del pomeriggio.

Dopo il momento del gioco libero è il momento di partecipare al gioco che i seminaristi hanno preparato. È un gioco a stand, pensato per aiutare i nostri ragazzi a riflettere sulla Parabola dei Talenti (Mt 25, 14-30). Divisi in due squadre i ragazzi dovranno cercare di far fiorire i loro talenti e di spenderli nel modo migliore possibile. Il gioco è bello e i ragazzi partecipano con gioia. I seminaristi li aiutano a riflettere su quanto sia importante sfruttare al meglio tutti i talenti e le capacità che sono loro donati e su quanto, mettendoli in gioco, ricevano più di quanto abbiano dato. Senza dimenticarsi che per spendere bene i loro talenti, devono tenere fisso lo sguardo su Dio, colui che li ha creati e che crede sempre nelle loro capacità.

Al termine del gioco c'è un momento in cui i ragazzi hanno la possibilità di fare ai quattro seminaristi domande sulla loro vocazione e sulla loro vita in seminario. I nostri ragazzi non si smentiscono e fanno domande su tutto, a partire da come è strutturata la vita in seminario per arrivare a chiedere se nessuno di loro hai mai sentito di aver sbagliato strada, desiderando uscire dal Seminario. Gabriele, Jacopo, Mauro e Riccardo sono davvero disponibili e rispondono a tutto con pazienza ed onestà.

Giunge l'ora di salutarsi: i ragazzi sono molto contenti dell'esperienza vissuta e dopo le foto di rito, ci sono i saluti e ringraziamenti a non finire.

La giornata è stata molto bella e interessante, i seminaristi sono stati molto disponibili e attenti e sono sicura che i nostri ragazzi si ricorderanno a lungo di questa esperienza.

Chiara

Martino Benedetto