Festa di apertura degli oratori

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Pubblichiamo l’omelia di don Francesco per la festa di apertura degli oratori.

Oggi è un grande giorno per i nostri tre oratori perché celebriamo la loro feste e, proprio perché i nostri oratori sono in festa, anche noi vogliamo esserlo e desideriamo che la gioia di questa giornata penetri nel profondo dei nostri cuori, facendoci gustare nel profondo quella che è la bellezza dell'oratorio.

Non vogliamo però che la gioia di questa festa duri soltanto un giorno, oggi e poi basta, tutto finisce. No, vogliamo che questa gioia duri molto d i più, anzi desideriamo che questa gioia sia sempre presente ogni volta che mettiamo piede nei nostri oratori.

Bene, per far si che la gioia di questa festa ci sia sempre, andiamo alla ricerca della causa di questa gioia. Se andiamo alla radice di questa gioia, scopriamo che essa nasce da una Presenza, una Presenza con la “P” maiuscola perché è la Presenza del Signore Gesù, una Presenza che non si vede, ma se c'è si sente eccome! Le gioie oratoriane, come la gioia dello stare insieme, la gioia del giocare insieme, la gioia del costruire e del progettare insieme, la gioia di pregare e guardare insieme verso il Cielo, nascono e dipendono nella loro autenticità dalla presenza o meno di Gesù; è Gesù la causa delle gioie oratoriane!

Ecco allora perché è importante che nei nostri oratori Gesù ce lo teniamo ben stretto: perché via Gesù, le gioie oratoriane sfioriscono, perdono di vigore e prima o poi spariscono e l’oratorio diventa buio, vuoto e triste. Con Gesù presente invece, le gioie oratoriane possono crescere sempre di più nel loro vigore e nella loro bellezza, perché la Presenza d i Gesù nutre queste gioie.

Bene, dopo tutto questo discorso che ci ha portato a capire da dove nascono le gioie oratoriane, andiamo a farci una domanda concreta: se Gesù è la causa delle gioie oratoriane, come facciamo a fare in modo che Gesù entri e rimanga nei nostri oratori? Per rispondere a questa domanda dobbiamo studiare il comportamento di Gesù e le sue abitudini, per capire da dove può entrare e poi come fare per non lasciarcelo scappare. Anzitutto: da dove potrà mai entrare Gesù?

Proviamo a pensarci: Gesù può entrare dai cancelli dei nostri oratori? Non saprei, ma direi proprio di no perché non mi sembra di aver visto mai Gesù passare dai nostri cancelli né l'ho mai visto suonare il campanello di Enrica o di Franca a Sirone.

Se non entra dai cancelli, entra forse dalle finestre? Anche lì direi proprio di no, non l'ho mai visto passare da nessuna finestra, e poi… diciamolo chiaramente: entrare dalla finestra è un pò da maleducati e Gesù non è proprio il tipo da maleducazione.

Ma allora, da che parte entra Gesù? In effetti il Vangelo che abbiamo ascoltato oggi un indizio ce lo dà, perché ci fa capire che c'è un porta attraverso la quale Gesù ha l’abitudine di passare: la porta del cuore. Lì si che Gesù s'è visto passare tante volte!

Nel Vangelo di oggi abbiamo visto come Gesù, nella persona del buon Samaritano, è riuscito ad entrare nel cuore di quella persona di cui ha avuto compassione e di cui, con grande amore, si è preso cura.

Gesù allora può entrare nei nostri oratori attraverso le porte dei cuori di tutte quelle persone che abitano l'oratorio. Che grande responsabilità che abbiamo allora!

Per Gesù noi, tutti noi, figuriamo come la sua porta d'accesso ai nostri oratori, per Gesù siamo i portinai dei nostri oratori, perché Gesù, per entrarci, passa dalla porta dei nostri cuori! Gesù passa e se in oratorio trova tanti cuori e per giunta aperti al suo passaggio Lui entra e, con più cuori aperti ci sono, con più Lui riesce a penetrare e a rinvigorire le gioie oratoriane. Se invece passa e trova pochi cuori e magari qualcuno anche chiuso, fa fatica ad entrare e a lavorare e quindi, con una scarsa presenza di Gesù, l'oratorio diventa un posto triste e senza senso.

Il vigore della gioia oratoriana allora dipende da noi! Siamo tutti noi i responsabili della gioia oratoriana, perché la gioia oratoriana ha bisogno, per mantenersi, di tanti cuori aperti al Signore Gesù.

Chied iamoci: “Sono disposto allora a mettere a disposizione il mio cuore per fare entrare Gesù nel mio oratorio?” Poi però non è finita: Gesù entra, ma poi non dobbiamo lasciarcelo scappare o meglio, non dobbiamo cacciarlo fuori; sì, perché Gesù non scappa perché è contento di rimanere con noi, ma siamo noi che qualche volta, magari senza neanche accorgerci, lo cacciamo fuori. Come fare allora a non cacciare Gesù? Dandogli spazio nei nostri cuori, attraverso la nostra preghiera, il catechismo e soprattutto attraverso la S. Messa che crea un enorme spazio per Gesù.

I nostri cuori, quindi, non solo diventano la porta d’accesso per Gesù, ma diventano anche quei piccoli “tabernacoli” dentro cui si può conservare la Presenza di Gesù nei nostri oratori.

Chiediamoci ancora: “Sono disposto a concedere il mio cuore per custodire la presenza di Gesù nel mio oratorio?” Abbiamo quindi un duplice compito nei confronti di Gesù: quello di essere i per Lui i portinai dei nostri oratori e quello di essere i custodi della sua presenza nei nostri oratori.

Portinai e custodi di Gesù: è questo ciò di cui i nostri oratori han no bisogno prima di tutto!

Non ci resta che affidare a Maria questo nostro duplice compito e questa grande responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti dei nostri oratori; vogliamo allora dirci l’un l’altro: “Via così!”, alla conquista delle vere gioie oratoriane, che solo in Gesù si possono realizzare.

Martino Benedetto