Visita pastorale Mons. Maurizio Rolla

“Benedetto colui che viene nel nome del Signore”

(mt 21, 9)

Apre la serata della visita pastorale voluta dall’Arcivescovo Angelo Scola attraverso il nostro Vicario Episcopale Mons. Maurizio Rolla, il parroco Don Massimo Santambrogio e a seguire la lettura della relazione descrittiva della nostra Comunità Pastorale precedentemente inviata al Vicario.

L’intento della visita è dare una linea guida che da qui in avanti la nostra Comunità dovrebbe avere per un progetto pastorale in divenire, per un cammino di conversione personale e comunitaria.

Partendo dal capitolo IV della lettera pastorale Educarsi al pensiero di Cristo il nostro Arcivescovo Angelo Scola intende verificare il cammino della Chiesa ambrosiana guardando alle parrocchie, alle famiglie, alle associazioni e ai movimenti oltre che agli ambiti pastorali, liturgia, catechesi, opere educative, culturali e di carità per scoprire la dimensione della fede. 

È probabile che gli “addetti ai lavori” si aspettassero direttive personalizzate circa l’operato di tutti e di ciascuno, invece l’attenzione del nostro Vicario Episcopale va subito al “centro” della nostra fede, il Crocifisso, perché è da lì, da Colui che è stato crocifisso, che è morto, che è risorto e si è donato a tutti nell’Eucarestia che si trova tutta la direzione della nostra vita cristiana comunitaria.

Una comunità che deve avere uno sguardo ampio sugli argomenti in discussione oggi nel mondo e che riguardano situazioni che paiono così lontane dalla nostra realtà: le unioni civili, il gender, le nuove realtà digitali; con uno sguardo di speranza per il futuro. Neuroscienze e biotecnologie che stanno cambiando in profondità la nostra vita.

Monsignor Rolla fa riferimento alla serata “Dialoghi di Vita Buona” cui era presente il nostro Arcivescovo e trasmessa pochi giorni fa su TV2000 e Telepace dal titolo “Digitalizzare la vita. L’esistenza calcolata”  dove esperti, scienziati e testimoni si confrontano sul mistero dell’uomo (tutto il materiale, interviste, video delle singole relazioni e dell’intera serata si trova sulla pagina web http:\\www.dialoghidivitabuona.it)

Il Cardinale Scola da ormai un decennio ci colloca in un periodo di meticciato di culture e civiltà da intendere come mescolanza di fatti spirituali che si producono quando civiltà diverse entrano in contatto, una mischiatura di etnie, lingue, colori, feste e luoghi che passeranno per poi ritornare alla gloriosa Chiesa di Dio.

Papa Francesco nel discorso al Convegno Ecclesiale di Firenze del 10 novembre 2015 ha detto:  Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli:  il Signore è attivo e all’opera nel mondo e da quest’epoca di cambiamenti è impossibile tornare indietro.

E’ vero, è difficile, ma è Cristo la forza! 

Noi cristiani dobbiamo, attraverso il nostro credere nella remissione dei peccati, nella resurrezione della carne, nella comunione dei Santi, nella vita eterna culmine della nostra convinzione, testimoniare ciò in cui crediamo senza paura di perdere!

Fa riflettere la testimonianza di Mons. Maurizio Rolla delle tante chiese sconsacrate nelle nostre zone, di chiese aperte solo perché la porta è aperta, di quando durante una celebrazione eucaristica in una grande chiesa in inverno, si era gelata l’acqua. Un segnale che lo ha fatto pensare, non solo al gelare da un punto di vista meteorologico ma ad una situazione educativa spiritualmente, come se lo Spirito gli dicesse: “Devi vivere in questa situazione qua! Non spaventarti!”

Ma cosa bisogna fare per non spaventarsi? Annacquare la nostra fede? Credere a quello che il mondo dice per essere accolti dalla gente? Oppure andare fino in fondo alle nostre convinzioni di fede? 

La risposta è quella di renderci capaci di offrirci alla comunità di oggi in un’ottica di Chiesa missionaria che poggia la sua consapevolezza sull’Eucarestia perché è lì che siamo convocati.

Se si guarda però alle nostre Eucarestie si verifica tristemente che alle Messe i “nostri” non partecipano, salvo essere direttamente coinvolti. 

E’ una realtà che coinvolge tutti noi che diciamo e crediamo che il Signore è il Vivente, il Salvatore di ogni uomo e ogni donna, e se questa è la nostra fedesiamo disposti nella nostra comunità che sta avviando un progetto pastorale sentirci dire che dobbiamo accogliere musulmani, atei, ma anche cristiani al quale nulla interessa di quello che vogliamo annunciare, oppure vogliamo essere lasciati stare nel nostro brodo?

Serve, dice Mons. Rolla: “Far emergere una bellezza che è una sfida ma non è solo una sfida, una parola un po’ abusata, ma che è la modalità con la quale siamo chiamati noi oggi a prendere in carico ciò che ci dà fastidio”.

Se siamo convinti che il Cristo, da cui passeremo tutti, noi lo faremo vedere come Comunità, lo Spirito Santo farà vedere tutto per noi, lo Spirito penserà a tutto. Il cambiamento non ci deve fare paura e se ci affidiamo a Lui farà meraviglie!

E continua Mons. Rolla: “Quello che voi state facendo, queste commissioni che vogliono avere la capacità di portare la missionarietà, per poter dire la corresponsabilità, per essere capaci di continuare questa esperienza di fede attraverso incontri, tradizioni da non perdere; capiamo che quando ci troviamo ore per parlare di situazioni che sono solo marginali perdiamo tempo per rafforzare la nostra potente vita nel Signore. A noi credenti ci è consegnato Cristo, non dobbiamo sequestrarlo, ma offrirlo nelle relazioni e nella nostra casa in primis, il posto più difficile dove testimoniare la nostra fede”.

La visita pastorale è un piccolo seme che vuol germogliare per farci comprendere a quale cambiamento siamo chiamati. Questa convinzione ce l’ha data il Vangelo e Gesù che passando per le strade ha cambiato l’epoca in cui era, l’ha cambiata… e lo hanno ammazzato!

Dal Vangelo possiamo risalire alla qualità della nostra fede e dare uno scacco, una conversione, un cambiamento al nostro modo di interpretare cosa vuol dire credere in Gesù, nell’unità della Chiesa, nella fede cattolica, nella Resurrezione, nella vita eterna, nell’accoglienza, nella Misericordia, nel dar da mangiare e da bere, nell’essere amico dei nemici, ma non perché siamo supereroi ma perché siamo cristiani. Talvolta i nemici della nostra fede sono i nostri preti e talvolta per i preti i nemici sono proprio i collaboratori del Consiglio Pastorale. Tante situazioni accadono per una piccola cosa che diventa “il problema” e non siamo più in grado di fermarla.

Bisogna evitare la gara per vedere se Allah è più grande di Dio e se Buddha è uguale a Gesù. 

A noi è stata consegnata la Chiesa, questa Chiesa! A noi il compito del cambiamento! Con una domanda sempre viva: per Chi lo facciamo?

Fidiamoci di Gesù e quando non ce la facciamo torniamo all’Eucarestia, ritorniamo lì!

Daniela Invernizzi

 

Martino Benedetto